Passeggiando con Luigina Mazzocca nel giardino dei Buoni Frutti


Era sabato dopo pranzo e io girovagavo tra i corridoi e gli spazi di Torino Esposizioni. Ancora non c'era tanta gente in giro e io mi godevo la vista di tante opere d'arte.

Ad un certo punto, girato un angolo, mi sono ritrovata in una foresta, anzi per l’esattezza, in un giardino di alberi da frutta.


Alberi di tutte le dimensioni, con frutti coloratissimi.


Molti da ammirare appesi alle pareti, ma alcuni anche da indossare.


Tanti alberi dalle mille forme e colori, simboli di vita e di rinascita.
A farmi da guida in questo particolare giardino è stata colei che lo ha scolpito, modellato, creato: Luigina Mazzocca.
Ringrazio la signora Luigina per avermi presa per mano, per avermi condotta nel suo giardino e per avermi raccontato il suo progetto artistico.

Il Giardino dei Buoni Frutti è un lavoro di ricerca che inizia nel 2007. Come è iniziato questo percorso e a che punto del cammino è arrivato?
E' iniziato con lo studio della nostra seconda pelle, dei nostri vestiti.
Ho lavorato i vestiti in mille modi, fino a che non sono arrivata a spezzarli e ad applicarli all'albero.


Ci sono arrivata un po' alla volta, facendo prove ed esperimenti.
Il tessuto dei vestiti recuperati è il nostro passato, la nostra storia e dovremmo farne tesoro per un futuro migliore.
Per questo motivo il tessuto, sotto forma di frutti, l'ho messo sugli alberi che sono simbolo di vita e di futuro.
E' così che nascono gli alberi del Giardino dei Buoni Frutti.

Quali sono le tecniche che utilizza per la realizzazione degli alberi?
Per gli alberi utilizzo PVC che recupero da scarti industriali.

Anche questo è PVC?


Sì. Sembra marmo, vero?
Sì, se non me lo avesse detto lei non avrei mai pensato al PVC, piuttosto alla pietra. L'unico che, forse, avrei riconosciuto come albero in PVC è questo su sfondo nero.



Ho potuto vedere sul suo sito altre istallazioni, nelle quali lei utilizza abiti usati. Può spiegarmi brevemente cosa rappresentano?
Sì, quelle istallazioni rappresentano i passaggi e gli studi preliminari che mi hanno poi portato alla realizzazione degli Alberi dei Buoni Frutti.



Se potesse scegliere, dove vorrebbe vedere esposti i suoi alberi?
Alla Biennale di Venezia. Avevo creato tutto un progetto con la Biennale, che poi però non si è realizzato.

Che caratteristiche deve avere la casa ideale per poter ospitare un suo albero?
Tutte le case vanno benissimo. Il mio messaggio è quello di ricordarci di dare buoni frutti.

Le è mai successo, nel tempo, di non riconoscere più una sua opera come sua?
Che ti piaccia o meno, dopo, ogni opera è una costola di te stessa e per questo ti appartiene. Non si può non riconoscere un figlio.

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