Antonella Ciavarro: la fatina di Bidibi Bodibi Bu


Chi non è mai rimasto incantato davanti alle magie della fatina della favola di Cenerentola, che con un tocco di bacchetta e una strana formula magica trasformava la zucca in carrozza?
Antonella è la fatina del riciclo. Con un suo tocco di bacchetta ciò che per molti è solo un oggetto da buttare, per lei diventa materiale per creare un gioiello.
Tappi di latta, barattoli, tubetti di maionese assumono, grazie alle sue sapienti mani, forme nuove. Tutto si trasforma e diventa, per magia e per sua bravura, bello e prezioso come solo i pezzi unici e lavorati a mano sanno essere.
Volete sapere di più su di lei e sulle sue magie? Bene, perché Antonella è stata disponibilissima a rispondere alle mie domande.

Tu sei una "fatina dei gioielli". Ti senti più Cenerentola, Principessa o Fata Smemorina?
Tutto nasce da una passione mia personale per i gioielli. Mi sento sicuramente la Fata Smemorina e non a caso ho scelto lei per il mio logo.

Quanto e in che cosa i tuoi gioielli ti assomigliano e parlano di te?
Molto, c'è la mia storia dentro alle mie creazioni. Ogni mia opera nasce dall'esperienza del vissuto a monte della quale c'è la mia formazione scolastica: io vengo dal liceo artistico. Negli anni ho dovuto imparare a scoprire l'alchimia di trasformare l'esperienza negativa in positiva e proprio grazie alla ricerca di questa alchimia, ho cominciato a fare i primi passi nel mondo del riciclo.



Quali sono le tecniche che preferisci utilizzare nella creazione dei tuoi gioielli?
Per quanto riguarda le tecniche di gioielleria sono del tutto autodidatta: non ho mai fatto corsi e non conosco le tecniche di base. Io lavoro tutto a freddo senza l'uso della saldatrice e non utilizzo la tecnica dell'incastonatura. Per realizzare i miei gioielli uso colori, colle e resine.
Non avendo una preparazione di base tutto parte dalle mie esperienze manuali.
Ho iniziato con il ricordo di una tecnica appressa nelle scuole medie: la tecnica di decorazione a sbalzo.
Poi, nel mio panorama di tecniche, ho anche recuperato dalla memoria l'uso dell'uncinetto.


Quali sono i materiali di riciclo che usi per i tuoi gioielli?
Inizialmente ho cominciato riciclando tubetti del dentifricio di alluminio per realizzare la tecnica a sbalzo e poi tubetti di maionese.
La curiosità e la voglia di sperimentare mi hanno portato a provare questa tecnica anche sui tappi dei barattoli.
Poi chiaramente, andando avanti, ho utilizzato altri materiali tra i quali  anche i vecchi bottoni.
Con l'uncinetto, invece, ho cominciato a sperimentare la lavorazione del filo metallico.
L'alluminio lo trovo, poi, un materiale che mi piace molto, ma non semplicemente battuto. I miei pezzi di alluminio sono sempre arricchiti con perle inglobate nelle resine.

Che vuol dire per te riciclare?
Per me riciclare è trasformare ciò che è brutto e che non serve più in qualche cosa di bello e di prezioso.
La ricerca del prezioso e del bello risale all'esperienza del liceo e alla mia attrazione verso l'epoca del Rinascimento.
Il mio lavoro è quello di trasformare la materia che ho a disposizione.


Noi siamo sempre molto curiosi di scoprire come si diventa artigiani.
Quale è la molla che scatta e ti fa dire "questo è quello che vorrò fare da grande, questo sarà il mio lavoro"?
La soddisfazione del pezzo finito.
La molla è anche quella di dire "proviamo altre soluzioni e sperimentiamo altri materiali".
La gratificazione arriva dagli apprezzamenti che ti fanno mentre c'è il mercato e quelli migliori arrivano dagli uomini.

Quali sono le difficoltà che più spesso hai incontrato durante il tuo percorso formativo e il tuo lavoro?
La maggiore difficoltà, per noi artigiani, è trovare mercati nei quali esporre i nostri lavori. Spesso gli organizzatori di mercati affittano gli spazi espositivi a prezzi elevati.
Nell'insieme, però, la mia esperienza è positiva.
Avevo cominciato a vendere le mie creazioni con una mia amica tramite un canale privato.
Poi ho cominciato a frequentare i mercatini e lì ho incontrato un artigiano, che faceva parte dell'associazione Prendi l'Arte.
Ora faccio parte di questa associazione ed espongo le mie creazioni nei mercati che organizza l'associazione. Saltuariamente, poi, frequento anche altri mercati.

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