Antonio Gandossi. Tra dipinti e passioni


L' originalità della composizione risiede nella tensione espressiva, nella impertinenza curiosa, propria dell'effimero quotidiano, nella colorazione esistenziale immediata, che più ha bisogno di penetrazione segnica, di approfondimento espressivo, perché la precisione grafica è recupero del sentimento, l'analisi è redenzione poetica dell' immagine, necessità di testimonianza, consapevolezza e scienza della vita.
(Giovanni Carluccio Attimonelli)

Ho incontrato Antonio Gandossi a Roma, in aprile, durante la rassegna dei Cento Pittori in Via Margutta.
L'ho notato subito il suo angolo espositivo, non passava di certo inosservato.
A colpirmi i colori caldi e vivaci delle sue tele: colori a olio utilizzati con la tecnica a spatola. In questo modo le caratteristiche immagini ottenute, riescono ad assumere particolare corposità e profondità.
Musica e libri, le mie passioni, erano ovunque.
Una pila di libri ha attirato la mia attenzione. Un'opera con un titolo strano, poco "letterario", Fahrenheit 451.


Libri pronti al rogo? Non esattamente.
Non è un fuoco che si vuole alimentare, ma una fiamma che si vuole spegnere.
Sulle coste dei libri sono segnati dei numeri: sono le date dei più noti e più disastrosi roghi di libri. La cultura contro la stupidità umana.

Cultura che si respira in tutte le opere esposte. Anche qui un titolo al contrario, Non leggete. L'invito a non leggere lì dove si fa cultura.


E anche Tutto egli ha letto con due testimonial d'eccezione, il Grillo Parlante e Anacleto.


 Poi la musica, anch'essa interpretata in modo del tutto particolare.


Sì, perché Antonio Gandossi non si limita a interpretare, a fare diventare immagine la musica, ma usa le note, la carta, gli spartiti stessi come fondo per i suoi dipinti.

Qui la creatività non ha confini.

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